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La giacca marrone

Mentre De Gregori canta di

un guanto che precipitò, da una mano desiderata, a toccare il pavimento del mondo, in una pista affollata...

...mi chiedo: Ma quella giacca marrone che fine ha fatto?


L'accoglienza più appropriata sarebbe stata la spaziosità. Era quello che al mio sguardo sarebbe piaciuto esprimere.


Ma lo sguardo invece scrutava.


Si chiedeva dove questa giacca così diversa nello stile - ma pronta per nuove cose e lo si capiva (ma ci voleva più rapidità verso la spaziosità che l’angustia dell’ascensore non ha ispirato) sarebbe andata.


Era curiosità piuttosto che critica. C’è qualcosa di nuovo - tentava malamente lo sguardo di dire - e che cosa sarà questa cosa nuova che mi incuriosisce e forse impaurisce.


Lo sguardo è stato, invece di un invito, piuttosto una cosa tipo raggio distruttore di una delicata fogliolina che si schiudeva ai timidi raggi di un tiepido sole invernale.


Ho toppato, è chiaro. Perché io, quella giacca, fogliolina delicata, non l’ho più rivista.


È ancora appesa nel tuo armadio?


Magari, mi dico per non trattarmi troppo male, ha visto la luce di altre stagioni.


 



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